sabato 26 luglio 2014

Scappo con il circo. Anzi no!

Mangiafuoco non mi fai paura
Della meraviglia e dei compagni di viaggio

Agli occhi di un bambino, il circo appare sinonimo di libertà, incanto, meraviglia. Scappare via dalla famiglia, unirsi alla carovana, significa abbandonare un sistema di regole e condizionamenti per inseguire i propri sogni. Sin qui, il lato poetico della storia. Il bambino non sa ancora che anche il circo è una famiglia, seppure dai confini meno ristretti. E non sa neppure che occorrono lavoro e disciplina per imparare a volare, domare le belve feroci e sviluppare il proprio talento, e tutti ne abbiamo almeno uno.
La buona notizia, quella che nessuno però racconta, è che non c'è alcun bisogno di scappare via. Anzi, è il concetto stesso di fuga ad essere fuorviante rispetto al piano originario: essere liberi attraverso la capacità di meravigliarsi di ciò che ci circonda. Senza dimenticare che fuggire via comporta il rischio di finire alla mercé del Mangiafuoco di turno, ovvero di chi promette di evadere dalle responsabilità, di chi si pone come la soluzione ad ogni problema.
E la carovana? Cosa c'è di sbagliato in essa? Nulla! A condizione di comprendere che si forma in modo spontaneo intorno a noi, giorno dopo giorno: siamo tutti i compagni di viaggio di qualcuno.

Massimiliano Cerreto

(Marc Chagall, Circus Horse, 1964)