lunedì 27 ottobre 2014

Ri-(e)voluzione

Della verità

Massimiliano, non hai il diritto e neppure il dovere di dire la verità!

Una doccia fredda sarebbe stata più gradita. Eravamo al telefono, io e l'amica che mi detto queste parole: una ri-(e)voluzione!

Mantra quotidiano
Non_ho_il_diritto_e_neppure_il_dovere_di_dire_la_verità! 
Non_ho_il_diritto_e_neppure_il_dovere_di_dire_la_verità!
Non_ho_il_diritto_e_neppure_il_dovere_di_dire_la_verità!


(Ma forse dovrei scriverlo sulla lavagna decine di volte)


Non decine, ma centinaia di volte ti sarà poi successo di ascoltare la frase: non offenderti, è la verità! E lo sai che dico sempre quello che penso! Una duplice presunzione, tanto quella di pensare quanto di dire la verità. Non meravigliarti allora se i rapporti sono spesso un vero inferno. Siamo pensati e non pensanti, sosteneva Carmelo Bene. Il pensiero non è vostro, ma attraversa la vostra mente, sostengono i buddhisti. E poi c'è la versione tragicomicamente surreale di Massimo Troisi sull'opportunità di dire o meno la verità.


Massimiliano, possiamo dire ciò che vogliamo, dipende dalle persone, dal momento e dal modo, mi ha spiegato. Nulla di davvero originale, per te. Per me, invece, un nuovo spunto, qualcosa di cui dubitare ancora. Sono le certezze e le fedi, anche quelle nuziali, a farmi paura. Per fortuna o purtroppo, che lo si possa volere o meno, cambia di continuo l'idea che abbiamo della realtà, che poi è la realtà stessa. Perché, allora, chiuderla in una gabbia mentale cui diamo il nome di verità?

Massimiliano Cerreto

 

Cambia lo superficial
cambia también lo profundo
cambia el modo de pensar
cambia todo en este mundo

(Parole di Julio Numhauser, voce di Mercedes Sosa)