Dedicato ad Epifanio e Valeriana
Il camerino è lì, il responsabile del casting frettolosamente gli indicò un cesso con la tazza allagata ed una lampadina impiccata al soffitto. Strano il destino di chi dovrebbe illuminare gli altri. Sempre ad aver bisogno di qualcuno che ti accenda. Sempre con la paura di essere spento, pensò guardandosi allo specchio.
Nel frattempo, il produttore rassicurava gli sponsor promettendo loro un talent show degno di una prima serata. Non che credesse davvero in quello che diceva. Non che gli sponsor avessero poi tanti soldi. Ma si fa quel che si può, e con la crisi bisogna accontentarsi anche di rubare sogni ai miserabili.
E lì, da solo, come in un film di Fellini, quando
non si capisce più il confine tra il sogno e la realtà, rivide suo
padre, e tutte le volte che lo aveva accompagnato dal maestro di
pianoforte. Lo so, un giorno mi renderai orgoglioso di te,
gli ripeteva sempre. Non che avesse meglio da fare. Troppo
intelligente per perdere tempo con i compiti. Troppo solitario per
appassionarsi ad una palla da tirare in una rete. Quegli ottantotto
tasti: ecco cosa credeva lo avrebbero portato via dalla mediocrità
che vedeva intorno.
Ci sono prima i gemelli siamesi, poi l'uomo
torcia, e infine il pianista, il regista diede le ultime
indicazioni all'assistente di studio. Era in onda adesso, ma aveva dimenticato tutto. Come se le note fossero fuggite via. Muto il pianoforte, immobili i tasti. Decise allora di fuggire dalla porta sul
retro, inseguito dalle urla del produttore. Era notte,
c'era il mare non molto lontano, e s'immerse nel buio. Qualcuno giurò
di averlo visto diventare una stella. Per sempre. Aveva solo trovato
la chiave...
Massimiliano Cerreto
"... però se c'hai la chiave, vedi i colori più belli."
(Antonio Albanese)
(Antonio Albanese)
(Monologo in parte ripreso nel film Uomo d'acqua dolce)