martedì 2 settembre 2014

Inferno interno notte - Parte 1


- Storia del napoletano che insegnò la felicità al diavolo -


Mario Rossi, il protagonista di Paradiso interno giorno, si è svegliato. Ha capito finalmente che la vita è un sogno e non ha più paura degli incubi. Già, e per tutti gli altri che vivono ancora addormentati? Per noi, ops, loro a volte è un inferno! Lo è sicuramente per Antonio Esposito, napoletano come me...

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(Omissis)

Avete dimenticato che siamo all'inferno? La pubblicità è interminabile! Va bene, non siete stati poi così cattivi, meritate di leggere la storia. O forse la state leggendo perché siete stati cattivi. Adesso ci starebbe bene una risata malefica, ma meglio di no, che poi mi viene la tosse: fumo troppe sigarette! 

Diavolo di terza categoria (daemon vulgaris): Cosa è quella faccia? Vedrà che si abituerà a stare qui. Certo, si sta un po' strettini, ma poi ci si adatta, - e non spingete li a destra! Avanti, c'è posto! - come le dicevo, in fondo questo non è poi l'inferno! (Risata malefica) Lo so, era una battuta ca ttiva , ma devo fare pratica di perfidia applicata e approfitto di voi nuovi arrivati. Vorrei finalmente rendere orgogliosa mamma. Avere un figlio diavolo di prima categoria non è mica da tutti! (Sospirando) Ah, se solo qui le carriere non si basassero su criteri meritocratici, come avviene sulla Terra. Lei è italiano, vero?
Antonio Esposito (napoletanus vulgaris): Napulitano, prego.
Demone: Napoli è in Italia, qual è la differenza?
Antonio Esposito: Vabbuò, non ci pensate. Mica possiamo fare la notte di Natale qui.  

Fare la notte di Natale: espressione che indica un'attività che dura molto a lungo. È consuetudine di noi napoletani, infatti, dare molta importanza alla cena della vigilia, in seguito alla quale si aprono i regali e si esce per partecipare alla funzione religiosa, dalla mezzanotte in poi. Il clima è solitamente mite a dicembre, ma fa sempre freddo quella notte. Sarà per via della digestione difficile?


Demone: Ah l'Italia, gran bel Paese il vostro! Pensi che il Capo manda ogni anno i demoni migliori per seguire corsi di perfezionamento tenuti dai politici. Loro, non le donne, ne sanno una più del diavolo. Comunque mi chiamo Bersalenzi, ma gli amici mi chiamano Ber. Il dispiacere è tutto suo.
Antonio Esposito: Certo che fa proprio un cazzo di caldo qui. Pare l'estate sugli scogli di mappatella bitch.

Perdonatelo! Antonio non conosce l'inglese e ha fatto confusione tra beach e bitch. Che poi si pronunciano allo stesso modo. Non è colpa sua, ma di quella bitch della maestra che gli ha fatto ripetere le elementari sino a 13 anni. Alla fine, ha preferito andare a lavorare. Anzi, faticare. A proposito di traduzioni, la mappatella in questione è il sacco da picnic. Da non confondere con mappina, ovvero lo straccio per lavare a terra, che significa anche persona di scarso valore, ma questa è un'altra storia.

Ber: Che cosa è mappatella beach?


Visto? I demoni parlano perfettamente tutte le lingue! È per sedurci meglio, dicono.

Antonio Esposito: È la spiaggia del lungomare di Mergellina. Non è neppure una vera spiaggia. E c'è anche un bel cartello di divieto di balneazione. Ma a noi che non teniamo una lira non ce ne fotte proprio e il bagno ce lo facciamo lo stesso. Anzi, mò che mi ci fate pensare, sul palo del divieto ci appendiamo i palloncini da vendere ai bambini. Voi dovete capire, teniamo famiglia!
Ber: Le lire? Ma allora il nostro piano di diffondere l'euro è fallito, devo informare il Capo!
Antonio Esposito: Ecco, bravo, chiamatelo a sto capo, voglio proprio parlare con lui. A proposito, dove è il telecomando dell'aria condizionata? Qui muore...

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Ber: La smetta! Non sa che qui all'inferno i desideri si trasformano in pubblicità ingannevole? Ecco, neppure è arrivato è già si lamenta. Ma lo sa quanto spendiamo in riscaldamento? Abbiamo tutti le anime a nudo e siamo freddolosi. Forza, venga, non faccia storie.
Antonio Esposito: E che cosa è quella schifezza di macchina? Mi dia le chiavi che la parcheggio io. Non per vantarmi, ma sono capo parcheggiatore abusivo di prima classe!
Ber: Non si può, il regolamento lo vieta. Comunque, ci vengono fornite dal nostro amico Fidel, uno dei pochi veri comunisti mangia-bambini rimasti sulla Terra. Si sa, a Cuba sono arretrati in fatto di automobili ed è scomoda al punto giusto. Avanti, salga su che devo farle fare una visita guidata dei gironi. Non si preoccupi, troveremo sicuramente il posto peggiore per lei. Un attimo che mi squilla il telefono. (Bersalenzi risponde guidando l'auto a fari spenti nella notte, fumando una sigaretta e bevendo birra, e il tutto contemporaneamente) Come dici? Il capo vuole conoscere il condannato che sto trasportando? Va bene. Arrivo subito!

- Edizione straordianaria di Inferno News -

Emilio Infedele Allam: È appena arrivata una sensazionale ANSIA: è scoppiata la guerra nel golfo dei cattivi pensieri. Missili sembrerebbero essere stati lanciati su Tangentopoli versione 2.0. Che sia la volta di fare piazza pulita e mettere in gabbia il virus della buona politica? Che sia l'anno zero di una nuova era all'insegna del travaglio? Oppure sarà il solito stridio di catene trascinate da tori non proprio santi e urla strazianti di grilli parlanti? Ascoltiamo il report dell'inviato Paolo Brusìo. Bzzz, bzzz, bzzz. Paolo mi senti? Bzzz, bzzz, bzzz. Niente da fare! Quante volte gli ho detto di non montare quel dannato microfono dietro le ali che non si sente più nulla! Torneremo da voi a breve. Le trasmissioni riprendono con la consueta programmazione della pubblicità!


Cari lettori, adesso avete capito da dove li trasmettono i telegiornali?

Il Capo (daemon supremus): Maledetti giornalisti, mai che diano una cattiva notizia sino in fondo! Lasciano sempre una porta aperta alla speranza. Urge un repentino cambio ai vertici della RAISATANET. Ah, eccoti qua, ti aspettavo! Tu vai pure Ber.
Antonio Esposito: E voi sareste il diavolo? Non siete tanto brutto come vi dipingono...
Il Capo: Non provare ad adularmi, insulso mortale...
Antonio Esposito: Veramente io sarei già morto...
Il Capo: Non devi interrompermi, chiaro! Forza, inginocchiati al mio cospetto!
Antonio Esposito: Scusate capo, come volete voi...
Il Capo: Ma vedi che razza di anime mi devono capitare. Un tempo ero pure disposto a comprarne qualcuna, ma oggi, già oggi. Pensavo che con la crisi che i miei scagnozzi a Wall Street e all'Onu hanno provocato anche quelle migliori si sarebbero convertite al male. E invece mi arrivano sempre solo poveri cristi.

- Un fulmine si scaglia sulla scrivania -

Antonio Esposito: (Sorridendo) Capo, jate cuonc cuonc (andateci piano): le punizioni divine colgono sempre!
Il Capo: Ma come, sei all'inferno, dinanzi al Signore del Male, e trovi pure il coraggio di fare dell'ironia? Siete incorreggibili voi napoletani!
Antonio Esposito: Ma quale inferno e inferno. Sì, qui fa caldo; voi tenete le corna e siete più brutto del debito e peccato messi insieme; mancano il mare e il sole; non ci stanno neppure i mandolini, la mozzarella di bufala e la pizza; - a proposito, il caffè del bar all'ingresso è proprio una ciofeca - ma vostra maleficenza, con rispetto parlando, che ne sapete di come vive un napoletano?

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Il Capo: Ed è per questo che ti ho fatto chiamare! Dicono che voi napoletani riuscite ad essere felici anche in mezzo ai guai, e questo non va bene. I nostri scienziati sostengono che nel vostro sangue c'è l'antitodo all'infelicità, questo sì che è un male!
Antonio Esposito: Ma facitem 'o piacer'! Voi avete visto troppi film, sentite a me. Vi credete ancora che Napoli è comm a nu cinema di Sofia Lorén? Uno di quelli dove ci sta pure, - come si chiama, quell'attore bello? - ah sì, Marcello Mastroianni. E siete rimasto arretrato allora. L'unico che ci ha capito a noi è stato Massimo Troisi. Lo conoscete a Massimino nostro?
Il Capo: No, deve stare al piano di sopra.
Antonio Esposito: Era un artista!

Non so cosa teneva 'dint'a capa',
intelligente, generoso, scaltro,
per lui non vale il detto che è del Papa,
morto un Troisi non se ne fa un altro.
Morto Troisi muore la segreta
arte di quella dolce tarantella,
ciò che Moravia disse del Poeta
io lo ridico per un Pulcinella.
La gioia di bagnarsi in quel diluvio
di 'jamm, 'o saccio, ‘naggia, oilloc, azz!'
era come parlare col Vesuvio,
era come ascoltare del buon Jazz.
"Non si capisce", urlavano sicuri,
"questo Troisi se ne resti al Sud!"
Adesso lo capiscono i canguri,
gli Indiani e i miliardari di Holliwood!
Con lui ho capito tutta la bellezza
di Napoli, la gente, il suo destino,
e non m'ha mai parlato della pizza,
e non m'ha mai suonato il mandolino.
O Massimino io ti tengo in serbo
fra ciò che il mondo dona di più caro,
ha fatto più miracoli il tuo verbo
di quello dell'amato San Gennaro!

(Roberto Benigni, poesia in memoria di Massimo Troisi)

Il Capo: Qui dovremmo avere un attore che ha interpretato un film su Napoli, un certo Paolo Villaggio...
Antonio Esposito: E questo mi dispiace assaje, non sapevo fosse morto...
Il Capo: Su facebook dicono di sì...
Antonio Esposito: Ma quale feisbuc e feisbuc, e poi voi dovete stare a sentire i napoletani quelli veri, mica quelli per finta. Lasciate stare pure i telegiornali. Ci sta una canzone bella assaje che dice tutto. Lo tenete uno stereo? In borsa tengo ancora qualche ciddì pirata che non sono riuscito a vendere. Sapete, tengo famiglia, si fa quel che si può. (Rovistando nella borsa) Allora, qua ci stanno le mabbore originali russe con le radiazioni di Cennobbill. Qua sta il panino con la frittata di maccheroni. Me l'ha fatta mia moglie, pensava mi sarebbe venuta fame durante il mio ultimo viaggio. Abituata coi treni che partono in ritardo e non arrivano mai. Ah, ecco, ascoltate qua...

Napule è mille culure
Napule è mille paure

(Pino Daniele, Napul' è, Terra mia, 1977)

Massimiliano Cerreto, napoletano